EDILIZIA, CASTELLANO (IDM): SUPERBONUS IACP, LE CASE POPOLARI HANNO BISOGNO DI PIÙ TEMPO
IL GOVERNO INTERVENGA CON UNA NORMA AD HOC ENTRO IL 30 GIUGNO
Si avvicina la scadenza del 30 giugno per le case popolari stabilita dall’articolo 119 del decreto Rilancio (Dl n. 34/2020). Lo stesso articolo che stabilisce anche che la detrazione al 110% spetta fino al 31 dicembre 2023 agli Istituti autonomi case popolari, comunque denominati, e alle cooperative di abitazione a proprietà indivisa che alla data del 30 giugno 2023 abbiano effettuato “lavori per almeno il 60 per cento dell’intervento complessivo”.
È vero, la data di scadenza era stabilita già da tempo ma è più o meno dallo stesso tempo che si fa un enorme fatica a cedere i crediti d’imposta scaturenti dai lavori agevolati. Per gli IACP, sono state positive, nelle intenzioni, le ultime modifiche al decreto Superbonus volte ad escludere tali soggetti dal divieto di cessione e opzione di sconto in fattura e a sbloccare la cessione dei crediti, ma tutto è ancora bloccato. I cantieri sono fermi o comunque avanzano a rilento perché non hanno la liquidità necessaria per pagare la manodopera e i materiali. Ma la vera beffa è per gli interventi edilizi di Istituti autonomi per le case popolari (IACP) e cooperative di abitanti. Se da un lato il legislatore, per questi soggetti, in sede di conversione in legge del Dl 11/2023, ha mantenuto la possibilità di fruire del meccanismo di cessione del credito e sconto in fattura, dall’altro lato nulla ha fatto per l’obbligo di realizzare il 60 per cento degli interventi entro il prossimo 30 giugno per godere della proroga fino al 31 dicembre 2023. È ovvio che i termini attuali sono incompatibili con le procedure burocratiche che gli enti devono applicare e ora che si avvicina la scadenza emergono le criticità. Esattamente com’è successo, a ridosso della scadenza del 30 marzo (poi prorogata al 30 settembre), per le abitazioni private. A rallentare tutto si sa che sono state le ripetute modifiche al superbonus e il percorso complicato di questa misura. Sebbene poi gli IACP sono stati esclusi dal blocco delle opzioni di cessione e sconto in fattura, diversi enti, per non avere difficoltà, hanno addirittura preferito non procedere con l’avvio dei cantieri.
Quindi, se entro il prossimo 30 giugno non si raggiunge almeno il 60 per cento dell’avanzamento dei lavori, il 110 per cento resterà valido solo fino a giugno 2023 e, accanto all’obbligo di completare i cantieri, ci saranno a disposizione per il resto dell’anno solo gli eventuali bonus ordinari.
La scelta più coerente sarebbe quella di eliminare la scadenza del 30 giugno e di prorogare quella fine 2023 almeno fino al 2025. Tutto ciò rientrerebbe nell’ottica di supportare la riqualificazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica anche alla luce degli obiettivi energetici imposti dall’Europa.
Come Italia del Meridione rinnoviamo quindi, l’appello per la concessione, nell’immediato, di una proroga per l’ultimazione dei lavori da parte di questi soggetti. In assenza di ciò si perderebbe un’occasione forse irripetibile di eseguire lavori di riqualificazione del patrimonio di edilizia popolare pubblica, quanto mai necessari.
Auspichiamo pertanto un intervento legislativo volto a riconoscere il beneficio del Superbonus al 110 per cento fino al 31 dicembre 2023 agli Istituti autonomi case popolari (IACP) comunque denominati e alle cooperative di abitazione a proprietà indivisa anche qualora non sia stato raggiunto il 60 per cento dell’intervento complessivo entro il prossimo 30 giugno 2023 e di dare più tempo per tutti i cantieri che avrebbero dovuto essere avviati e che si sono arrestati vista la situazione generale.