Il dibattito che ha visto in questi giorni intervenire alcuni esponenti delle Istituzioni e della politica rispetto alla nuova linea di Alta Velocità ferroviaria che collegherà Reggio Calabria a Salerno ci induce, come Italia del Meridione, a ribadire alcune nostre posizioni rispetto a questa questione.
Per quanto ci riguarda chiediamo con forza, come abbiamo sempre fatto, che il nuovo tracciato di Alta Velocità che consentirà di raggiungere Roma in tempi finalmente europei, sia realizzato presto e bene. Già il fatto che nel 2023, alle nostre latitudini, non esista una tipologia infrastrutturale presente invece in tutto il resto del Paese è la più macroscopica certificazione che i divari che separano questo territorio dalle altre aree geografiche più ricche sono ancora, purtroppo, fortemente presenti e dovranno essere invece rapidamente colmati.
Oggi l’Italia è spaccata letteralmente in due : da una parte le 12 città con TAV, collegate ogni giorno con 300 treni AV che trasportano persone e merci e dall’altra, nel Meridione d’Italia, le Città senza TAV. E d’altronde l’associazione fra AV e PIL è ormai una evidenza statistica acclarata unanimemente, perché le infrastrutture per la competitività determinano oggettivamente processi di crescita e di sviluppo e possono fungere da volano per la attrativita’ e la valorizzazione economica e sociale dei territori.
Queste questioni, come Italia del Meridione, le abbiamo ribadite più volte e anche nel mese di Novembre in un partecipato convegno nella Città di Scalea nel quale, oltre ad alcuni esponenti accademici e delle Istituzioni, ha dato il suo contributo autorevole e propositivo anche il Sindaco Giacomo Perrotta. In quella occasione abbiamo illustrato la nostra visione, che è quella che consentirà di accorciare tracciato e tempi di percorrenza, ridurre i costi e soprattutto eliminare il rischio di blocco dei cantieri. Rischio che diventerebbe altissimo se si optasse invece per il tracciato che viene denominato “appenninico” o a zig zag e che dovrebbe bucare un vero e proprio massiccio quale è quello del Pollino, composto peraltro da rocce che, come dicono i tecnici, sono composte da carbonati pieni di acqua, con tutto quello che ne conseguirebbe in termini di sicurezza dei cantieri se durante i lavori si intercettassero getti d’acqua consistenti, stante la impossibilità a mappare tutte le vene d’acqua da cui le rocce stesse sono permeate.
Il percorso cosiddetto “tirrenico” invece, ovvero la nuova linea che da Praia a Mare arriverà a Lamezia Terme è, per quanto ci riguarda, senza dubbio la più ragionevole e garantirebbe la realizzabilità in sicurezza, minimizzando gli impatti ambientali. Tale percorso pero’ non dovrà escludere la riviera dei cedri e questo potrà avvenire attraverso le interconnessioni con la linea storica, mentre per quanto riguarda la Città di Cosenza e tutta la sua area urbana, non solo questa non verrà esclusa, come qualcuno vorrebbe far credere ma, attraverso il raddoppio, finalmente, della linea Paola-Cosenza e della galleria Santomarco, potrà collegarsi pienamente e rapidamente al tracciato di Alta velocità.
Come Italia del Meridione, inoltre, auspichiamo che vengano realizzati e velocizzati i collegamenti trasversali Est-Ovest in modo che la Sibaritide e il Crotonese siano parte organica di un progetto complessivo di sviluppo che non contempli la periferizzazione di nessun territorio e che colleghi pienamente queste aree alla dorsale jonica. Italia del Meridione rimarrà dunque vigile rispetto ai tempi di realizzazione di questa fondamentale opera e complessivamente si batterà perché, finalmente, si realizzi quella modernizzazione infrastrutturale attesa da troppi anni e che è la ragione del ritardo di sviluppo di cui ancora oggi soffriamo.
EMILIO DE BARTOLO
Segretario Regionale Italia del Meridione