Superare le ideologie e i populismi. Abbandoniamo ogni schema ideologico, non più adeguato, per ragioni storiche, a dare un efficace indirizzo di governo. In questa ottica parlare di destra, di sinistra o di centro non ha più una consistenza concreta, potendo rappresentare al massimo una estemporanea esercitazione accademica. Rispondiamo alla deriva dell’antipolitica che sta attraversando l’Italia e l’Europa, offrendo una innovativa opportunità di partecipazione puntando concretamente sulla competenza delle classi dirigenti, sulla programmazione territoriale che tenga conto del contesto di riferimento senza inseguire meteore demagogiche. È così che ha presentato la nascita del proprio partito Italia del Meridione. Una due giorni “entusiasmanti”, come è stata definita da quella vasta platea che ha preso parte al momento costitutivo che ha dato vita alla direzione federale e all’approvazione dello Statuto. Nella prima giornata, infatti, l’assise ha eletto all’unanimità: Vincenzo Castellano, Segretario federale, il sen. Nicodemo Filippelli, Presidente federale e Santo Gagliardi, Tesoriere. Il segretario Castellano ha, poi, provveduto alla presentazione dei membri del consiglio Federale e del collegio dei Probiviri. Eletti: Giovanna D’Ingianna, Giovanni Greco e Pignataro Rocco per il Consiglio e per il Collegio: Manna Nicola, Perrotti Nicoletta e Scalzi Giuseppina. A presiedere ai lavori dell’Assemblea Costituente, il fondatore Orlandino Greco e l’ideologo il prof. Giuseppe Ferraro che hanno celebrato il Congresso fondativo mettendo in evidenza un traguardo, non certo scontato rispetto ad una sfida iniziata e condivisa ma che ripaga – hanno affermato – e certifica i sacrifici fatti e il grande radicamento di una nuova forza politica che rompe gli schemi del passato e mira alla rivoluzione delle coscienze. Una giornata dalla portata storica – hanno sottolineato – perché si fissa il primo tassello di un mosaico nel quale il movimento, che tale resterà nei principi ispiratori, si appresta a diventare partito politico a tutti gli effetti.
Italia del Meridione è aggregazione, non la somma di quanti possano portare consenso ma la moltiplicazione della condivisione di un progetto che coinvolga la gente, le generazioni, uomini e donne, culture che abbattendo muri e divari diventano espressione vere del Paese. Questo è quanto emerso dagli interventi dei numerosi partecipanti che hanno, punto per punto, esposto il percorso intrapreso negli anni, le battaglie portate avanti, la carta delle idee, con i principi di quello che si presenta come il partito della militanza, della competenza e della territorialità. Attraverso l’ascolto e la condivisone di amministratori, politici, mondo imprenditoriale e associativo mira allo sviluppo di un modello economico, di relazioni sociali in grado di rispondere alle nuove sfide globali coniugando sostenibilità, etica ed estetica, stabilendo legami sociali e generazionali per uno stile di vita rivolto alla comunità, alla partecipazione. Partecipazione è stata la parola d’ordine, l’elemento e il filo conduttore di questa due giorni; protagonisti non più spettatori, non più solo strumento di testimonianza delle istanze e dei bisogni ma fucina di soluzioni, per una crescita e uno sviluppo concreto, soprattutto di quella parte dell’Italia che non vuole essere più questione ma risoluzione e parte integrante del sistema Paese. Per cambiare il futuro del nostro Paese bisogna allora cambiare la visuale, la prospettiva. Si deve unire l’Italia. E’ nell’interesse della collettività nazionale pensare al Meridione ripartendo dalle tante risorse naturali, dalle potenzialità economiche, dalla cultura e da tutto il patrimonio di esperienze e di tradizioni che hanno caratterizzato la fisionomia di un popolo che per secoli è stato protagonista nell’Europa mediterranea. ‘L’Unione dell’Italia per l’Europa Mediterranea’ è la frase scelta per il primo Congresso federale che ha evidenziato la posizione del neo partito nella politica internazionale europea e internazionale. Condizione necessaria è che la configurazione delle unioni sia espressa nella stessa istituzione locale e sia perciò governo dell’Unione delle Autonomie territoriali di una confederazione degli Stati dell’Unione Europa. Il Sud ha tutte le potenzialità per diventare la grande piattaforma italiana per l’economia verde e le energie rinnovabili. Vogliamo l’Italia del Meridione protagonista in una Europa Mediterranea; l’Italia al centro dello sviluppo europeo, capofila di un’unione che vada verso uno sviluppo mediterraneo. Crediamo in un Italia del Meridione come ponte logistico e produttivo tra l’Europa e il Mediterraneo. Per attirare investimenti e offrire occupazione di qualità per tante ragazze e ragazzi che oggi sono costretti ad emigrare è però fondamentale attuare nei tempi previsti i progetti finanziati dalle risorse nazionali ed europee. Stabilizzare la fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud, che dobbiamo orientare verso la creazione di occupazione stabile. La nostra è un’organizzazione a matrice europeista con lo sguardo rivolto al mondo e lo testimonia – è stato detto – il nostro radicamento in quasi tutti i maggiori paesi del vecchio continente e non solo. Presente il segretario federale dell’America Meridionale, Francesco Rotundo che ha portato la sua emozionata testimonianza sulla competizione elettorale che li ha visti protagonisti alle scorse politiche, raggiungendo il 4% delle preferenze.
Italia del Meridione vuole rappresentare il ponte di collegamento tra volontà e competenza, legalità e giustizia, bisogno e diritto, cittadini e istituzioni, per essere espressione di una moltitudine di voci che diventano espressione dei luoghi. Si volta pagina, la Politica comincia. È questo il momento di farsi carico di un impegno che restituisca al Paese la dignità perduta. Di ripensare la rappresentanza politica, la sua funzione e servizio, le sue modalità, la sua azione in un agonismo sociale. Per fare ciò sarebbe indispensabile l’arbitrarietà terza della politica, quella aggregativa, pluralista, dialogante e risolutiva, l’opposta di quella odierna, antagonistica, divisiva, litigiosa e inconcludente. Porre argini alla demagogia delle categorie novecentesche significherebbe non doversi preoccupare di contrapporre la scuola pubblica a quella privata, la sanità pubblica a quella privata, gli interessi del Nord agli interessi del Sud.
La politica non è finita, è al declino l’antipolitica che ha basato il suo paradigma sull’io e non sul noi, privilegiando l’interesse personale a quello collettivo, perdendo di vista il bene comune. La politica torna, così, ad essere al centro delle discussioni, al centro degli interessi non più come espressione partitica ma come valori e servizio e intese che partono dai temi e dalle questioni. Bisogna recuperare la politica andando in controtendenza alla ‘disaffezione’ della stessa. È questo è stato il tema della seconda giornata che ha visto l’attestazione di Italia del Meridione nel panorama politico nazionale, molti gli esponenti politici che hanno inteso portare il loro saluto al neo costituito partito. Ad aprire i lavori il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, a seguire il vice capo gruppo FdI della Camera dei Deputati, Alfredo Antoniozzi, Mario Tassone, segretario nazionale NCDU, del Partito Democratico, Enza Bruno Bossio, Sandro Principe di Mezzogiorno federato, Franz Caruso, sindaco di Cosenza, il consigliere regionale di Azione, Giuseppe Graziano, il commissario regionale della Lega Giacomo Saccomanno. Una testimonianza è giunta da Lorenzo Cesa, segretario UdC, Gianfranco Rotondi, presidente di Verde e Popolare, Vincenzo Speziali, Bureau Politique dell’Internazionale Democristiana e Raffaele Lombardo, leader MPA.
Una legittimazione che apre ad una nuova alba per Italia del Meridione che da domani, chiusi i lavori del Congresso Costituente, da l’avvio – come dichiarato in chiusura – alla propria agenda politica attraverso quello che è stato definito, durante i lavori, il Congresso della Partecipazione.
Ufficio Stampa Italia del Meridione