Si parte dai dati, quelli della Svimex, delle infrastrutture, della sanità, quelli inequivocabili dell’emigrazione, della disoccupazione, quelli del divario nord sud, per presentare ‘Italia del Meridione’, in un incontro in Puglia a Noicattaro (Ba), promosso dal segretario regionale IdM Rocco Pignataro. Una platea attenta e coinvolta su quelli che sono i temi caldi della politica ma anche sul senso stesso di questa e sulle ragioni per cui IdM oggi si presenta come l’unica forza politica alternativa ai partiti classici e centralisti. Uno spazio politico, quello del Movimento che nato in Calabria oggi è presente in tutte le regioni del sud e oltreoceano, a sostegno e a difesa dei territori attraverso quella che è la battaglia principe: la sopravvivenza delle istituzioni, come baluardo della democrazia, il funzionamento delle stesse e che possono esprimersi solo attraverso la competenza e la militanza. Quegli eventi imprescindibili che forgiano una classe politica che deve – come è stato detto negli interventi che si sono susseguiti a ritmo incalzante – ritrovare il pragmatismo, il senso del fare, senza perdersi in discussioni sterili e permanenti ma concentrandosi sulle soluzioni, su ciò che il popolo si aspetta in termini di diritti e servizi. In tutti è prevalso il riconoscersi in un “Meridione fuori questione”, espressione di un Paese che guarda il sud non come un luogo geografico ma parte integrante del sistema. E lo fa abbattendo il divario, garantendo quei servizi essenziali che devono essere prerogativa di uno Stato democratico, e creando ricchezza attraverso opere infrastrutturali strategiche, che determinano, grazie agli investimenti, la crescita di un territorio. Si può fare politica – ha affermato Pasquale Cataneo, responsabile Dipartimento infrastrutture della direzione federale – non con una visione di professione ma di testimonianza, attraverso la credibilità delle proprie azioni. Non può esistere – sottolinea Cataneo – uno scollamento tra il dire e il fare, che in politica si manifesta attraverso la distorsione di una comunicazione che mira a raccontare quello che dovrebbe essere ma che poi non è legittimata nelle azioni. Ed è quello che sta avendo con il PNRR che se ha come linea guida l’abbattimento del divario nord sud non trova però riscontro nella realtà, nel non rispetto di quel 40% che la stessa Comunità Europa ha posto come base.
Tutti d’accordo poi sull’altro tema che è diventata la battaglia per eccellenza di Italia del Meridione, quello sull’autonomia differenziata e sulla richiesta di equità e perequazione che si basa su ciò che viene riconosciuto dalla Costituzione nei termini in cui si parta dallo stesso nastro di partenza. Con quest’affermazione la vice segretaria federale IdM, Giovanna D’Ingianna, ha inteso contribuire alla discussione, sottolineando come il Sud, deve essere messo nelle condizioni di potersi confrontare con il resto del Paese, pretendendo dallo Stato il riconoscimento degli stessi diritti e delle medesime opportunità.
Un sud, quindi, che possa puntare sulle proprie ricchezze, risorse e competenze, per scrivere una pagina nuova, una storia nuova dove non esistono i divari, compresi quello di genere e di generazione. L’attenzione non poteva, quindi, non cadere propri sui giovani, oggi “stranieri nelle proprie terre”, dove tornano per le vacanze ma poi ripartano subito dopo. Menti, non solo più braccia, in movimento che offrono e mettono al servizio del nord o di luoghi ancora più lontani la loro intelligenza e capacità, privandone i propri territori, questa la sintesi dell’intervento di Roberto Forte, segretario provinciale IdM dell’area BAT. A cui hanno fatto eco le dichiarazioni di Pietro Minoia, commissario cittadino di Monopoli: “Riportarli a casa, creare occasioni d’impresa, riconquistare la loro fiducia riavvicinandoli alla politica, queste sono alcuni dei punti che IdM ha nel proprio programma politico e su cui stiamo già lavorando offrendo momenti d’incontro come questi e istituendo dei veri e propri tavoli tematici che diventeranno laboratori di idee dove le nuove generazioni saranno protagoniste”.
“Partire deve essere viaggiare no emigrare” – è stato ribadito da Marco Sportelli, già Presidente del Consiglio della Provincia di Bari. Ma perché ciò avvenga – ha aggiunto Sportelli – vi è bisogno di una politica del confronto che sappia ritrovarsi sui temi, sugli obiettivi che ritorni ad impossessarsi della sua anima e strumento per il cambiamento. Un cambiamento già messo in atto da IdM, precursore nel tempo di molte battaglie e temi.
“Devono essere queste le basi di un’azione politica da mettere in campo, superando gli schemi ideologici”, ha dichiarato Orlandino Greco, fondatore del Movimento, che oggi si appresta a diventare partito e lo fa superando proprio la definizione partitica di destra e sinistra. Non si fanno più le alleanze – ribadisce Greco – in ragione di uno schema prestabilito, precostituito ma costruito guardando ai temi, attraverso un piano programmatico che s’impegna sulle soluzioni certe e definitive. E a quella visione Degasperiana – incalza – che bisogna ritornare, mettendo al centro la limitazione dei divari. Dobbiamo ripartire da questa linea programmatica e ragionare nei termini che quel modello ci ha insegnato e che ha scritto le pagine più belle della nostra storia repubblica. Dove – sottolinea Greco nella chiusa – la politica era esercitata da uomini di spessore, formati e competenti e che credevano nel benessere del Paese Italia nella sua interezza. Italia del Meridione è tutto questo!”
Un incontro che ha ribadito – come esaltato nell’intervento conclusivo del sen. Nicodemo Filippelli, presidente onorario IdM – i pilastri su cui si fonda Italia del Meridione: territorialità, competenze, militanza. Il movimento esiste se è organizzato sui territori, se è vivo il rapporto con i luoghi, se si riscopre il valore delle piazze, dell’agora, intese come luoghi dell’incontro e dei dibattiti e che chiamano in causa quell’elemento imprescindibile che caratterizza IdM, il senso dell’aggregazione, cioè la capacità di mettersi insieme e guardare nella stessa direzione, ognuno nella propria individualità e peculiarità ma con un’unica grande sfida: “L’italia sarà ciò che il sud sarà”.
Ufficio stampa Italia del Meridione